30 novembre 2015

FEMMINICIDIO? Le parole inventate per propaganda da giornalisti e politici.

Il termine “femminicidio” è uno sfondone terminologico: chi lo ha inventato non doveva avere una grande cultura: andando per assonanza e profonda ignoranza credeva, il poveretto o la poveretta, che omicidio, cominciando per omo, riguardasse solo l’uccisione di esseri umani di sesso maschile! Non per caso la parola non esiste né in italiano, né in qualsiasi altra lingua. Ma, quello che è più gave, è che non esiste neanche nei fatti, nella realtà. È, insomma, una mistificazione, un’insinuazione propagandistica che ha un’origine ideologica.

"Revisionismo" ideologico? All'improvviso, da liberali siamo diventati reazionari? Niente di tutto questo, per fortuna. Anzi. E' che le mode non ci piacciono: hanno esse, sì, qualcosa di stupidamente futile che confina con uno spirito conservatore. Basta con l'orrendo - due volte: nella realtà e nel nome - "femminicidio" giornalistico.

Che cos'è, sarebbe una nuova "moda", quella di uccidere la propria moglie o fidanzata? Ed è una moda recente, a quanto pare, mai esistita, vero, signori giornalisti ignoranti e politici cocuzze, nella Storia, nell'Antichità? Ma avete letto la storia dell'Asia e dell'Africa, se non bastasse quella dell'Europa? Eppure, questo sembra all'ascolto di stupidi annunciatrici tv e di politicanti di mezza tacca.

Non capiscono che così pubblicizzano e, quel che è più grave, banalizzano l'omicidio ai danni delle donne? Questo, al paese mio, si chiama vero e proprio cinismo. Si gioca con la morte delle donne, diciamo, come sub-categoria degli esseri umani, la si classifica con una nuova definizione, giornalisticamente più "accattivante", più "spendibile" politicamente. Perfino nella morte, e quindi nei titoli di giornali, le donne sono condannate e essere diverse? A noi questo dannato "neologismo", sembra ributtante. Se questo è il nuovo femminismo, il femminismo dei nomi inventati, del ghetto che si trascina anche dopo la vita, ci fa schifo.

Un articolo sull’origine e sull’uso distorto del nome, che finora ci era sfuggito, svela l’origine di questo orribile neologismo, che – altro che uomo o donna, femmina o maschio – uccide il buonsenso e la ragione, che forse è peggio, perché alla lunga la stupidità causa più morti degli omicidi di qualunque genere.

Dunque, la sintesi estrema e semplificata dell’articolo-saggio è questa. Sembra che il termine sia stato coniato dalla femminista messicana Maria M. Lagarde quando esplose il fenomeno delle migliaia di donne uccise in Messico, a Ciudad Juarez (la vecchia El Paso dei film western). Secondo la teoria femminista venivano “uccise in quanto donne da maschi violenti nell’indifferenza della polizia”.

Invece, secondo la realtà, la città, che è situata sul confine con gli Stati Uniti, essendo diventata il centro mondiale del traffico di droga e anche la città con più omicidi al mondo, aveva la stranezza supplementare che molte donne locali, considerate più insospettabili dai trafficanti di droga, compivano numerosi omicidi come killer professionali, per lo più ai danni di uomini, finendo però in molti casi per essere uccise a loro volta dai “cartelli” concorrenti del narco-traffico o dalla polizia. Ma le femministe occidentali notarono che “femminicidio” era un termine che piaceva ai titolisti dei giornali, colpiva la fantasia e consentiva di calunniare gli uomini.

Ma tutto il breve articolo-saggio merita di essere letto. Saggio che potrà anche avere dei punti deboli, ma certo rappresenta una tesi anticonformistica (sia pure, sembra perfino a prima vista, suffragata da fatti), che anche se dovesse valere poco, almeno pone interrogativi imbarazzanti sull'efficacia dell'indignazione popolare "a comando" e sull'emotività legata alle notizie e sul conformismo dell’uomo-massa, maschi e femmine.

Insomma, come mostra anche una tabella con dati italiani per milione di abitanti (quindi vanno moltiplicati per 60 per ottenere quelli dell'intera Italia), la realtà statistica è molto diversa da quella “percepita” dalla gente o insinuata ad arte da telegiornali, giornali e internet. Triste a dirsi, ci sono morti e morti, morti che valgono di più e morti che valgono di meno. E perfino morti a cui si è abituati: quelli dei maschi.

Al riguardo, colpisce l'altissimo numero di suicidi dei maschi separati. Anche questi derubricati a semplici "suicidi". Mentre se fossero stati di donne, siamo sicuri, lo si sarebbe messo in evidenza. Si sarebbe inventato, chissà, un orribile “femmi-suicidio”; anzi c’è già stato chi ha sostenuto che anche i suicidi femminili sono in fondo dei “femminicidi” indiretti. Perché, si sa, la debole donna ecc.

L’articolo non presta abbastanza attenzione alla situazione del menage familiare e del rapporto di coppia – sarà la prima critica, ne siamo sicuri – prendendo del “femminicidio” solo il problema nominalistico e l’uso mistificatorio nella cronaca, oltreché l’origine? E invece questi suicidi maschili sono una conseguenza evidentissima del rapporto di coppia. Anzi, pare che proprio i "forti" uomini risultino più deboli delle "deboli" donne in caso di rottura del fidanzamento o del matrimonio, almeno in questa Italia ancora così mammona e familista.

Unico difetto formale dell'articolo: non è chiaramente firmato: ma perché c'è questa assurda fissazione sul web? La mancanza di firma evidente gli toglie il 10% di credibilità. Quindi: credibilità stimata: 90%.

Comunque, a parte la strumentalizzazione ideologica femminista, da curioso ed esperto di informazione commento così: che cosa non si fa per una copia o un clic in più. E' la stampa, bellezza!

AGGIORNATO IL 12 DICEMBRE 2015

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

"Femminicidio? Non esiste nella lingua [....]
Sarebbe bastato dire "ginecidio" o ginecocidio" ...

Mario Pezza (Milano)

8 dicembre 2015 alle ore 21:51  
Anonymous Anonimo said...

soprattutto serve per animare i pomeriggi delal rai tv., dove se una donna è stata massacrata dal marito in fondo in fondo (ma mica tantissimo) un motivo c'era. Saluti cari, Tiziana Ficacci

12 dicembre 2015 alle ore 11:20  
Blogger Nico Valerio said...

Tiziana, leggendo il tuo commento, ho intuito che avevo dato per scontato un concetto che sentivo dentro, ma non l'avevo messo nell'articolo. Ora ho aggiunto tre capoversi molto franchi subito dopo quello d'inizio, che caratterizzano in modo diverso l'intero articolo. E quindi ho cambiato titolo. Eh, si migliora, o meglio si cerca sempre di migliorare e correggersi. Ciao.

12 dicembre 2015 alle ore 17:32  
Blogger Maverick said...

Se le femmine uccise fossero dotate di scatola nera come gli aerei molti presunti assassini sarebbero scagionati o, per lo meno, beneficerebbero di notevoli attenuanti. Antonino Iacona, Ginecologo, depositario di confessioni che voi umani...

8 maggio 2017 alle ore 07:23  

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